I buoni propositi li lascio a chi non si ama abbastanza. A chi si accontenta.
A chi non ha ancora capito quanto coraggio richieda la ricerca della felicità e aspetta, qualcosa o qualcuno, steso a letto.
A chi non mangia carboidrati la sera e a chi mette il dolcificante nel caffè e a chi toglie il grasso dal prosciutto.
A chi crede che saranno gli addominali a salvarlo dal livore insito in una vita fatta di mezze misure.
A chi non riesce mai a staccare la spina. O a perdere la testa.
A chi non crede nell'efficacia terapeutica delle amiche, di un pomeriggio di shopping, del sesso, e del mare e del vento; insieme.
A chi confida nel potere drenante di due litri di acqua al giorno più di quanto faccia nella vodka.
A chi compra candele ma poi non le accende per paura di consumarle.
A chi insegue il miraggio di una strada sicura come se le svolte, gli incroci, i vicoli nascosti, i treni presi al volo e quelli persi per pochi istanti si possano evitare seguendo alla lettera le indicazioni di Google Maps.
A chi va a letto presto perché la notte è fatta per dormire.
A chi attende tre ore prima di rispondere a un sms perché è così che fanno le brave ragazze.
A chi vidima, evidenzia, sottolinea le sue giornate manco fosse il codice di procedura a quattro giorni dall'esame.
A chi non si e' ancora accorto che ancora più precari dei nostri contratti ci siamo noi e allora come obiettivo per l'anno che verrà si pone quello di migliorare il suo accento francese, di stirare gli asciugamani e di ridurre la birra.
A chi non si mette mai in macchina per andare a fare una stronzata.
A chi programma il venerdì il martedì. A chi preferisce essere ricordato per la sua vita facile.
A chi non si perde, mai. Per paura forse di prenderci gusto e di non voler tornare indietro.
A chi segue le orme di Thomas Stearns Elliot e misura la propria vita con i cucchiaini di caffè, invece che con i fondi delle valigie da riempire prima di partire.
Buon anno a chi vola alto.
Da noi di Poisit.com
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